Teatro

La satira socio-politica de 'L'opera da tre soldi' nella Londra del XIX secolo

La satira socio-politica de 'L'opera da tre soldi' nella Londra del XIX secolo

Destinata a quasi due mesi di recite, debutta martedì 19 aprile in prima assoluta al Piccolo Teatro Strehler di Milano, "L'Opera da tre soldi" di Bertolt Brecht e Kurt Weill, per la regia di Damiano Michieletto. Lo spettacolo, produzione di punta del Piccolo per la Stagione 2015/2016, vedrà la partecipazione dell'organico semicameristico dell'orchestra sinfonica LaVerdi.

Creata e rappresentata nel 1928, L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht e musiche di Kurt Weill fu allestita in Italia per la prima volta da Giorgio Strehler nel 1956, recita a cui prese parte lo stesso autore, scomparso poi sei mesi dopo.

La storia narrata, che ha per protagonisti i Peachum, ma anche personaggi come Jenny delle Spelonche e Macheath detto Mackie Messer, è tratta dalla Beggar’s Opera, “L’opera del mendicante” scritta nel 1728 dall’inglese John Gray e fu poi tradotta in tedesco da Elisabeth Hauptmann, collaboratrice storica di Brecht, la quale suggerì una riscrittura dell’opera in chiave contemporanea. Una drammaturga la cui opera è spesso ‘oscurata’ dalla fama e dalla genialità dell’autore tedesco, ma senza la quale non avremmo l’opera come oggi la conosciamo.

Da questo assunto parte anche il regista della versione 2016, Damiano Michieletto, che ha spiegato quali sono i punti focali della sua “opera da tre soldi”: «Proprio perché il testo, in partenza, si presta ad essere letto da tanti punti di vista - penso a chi si è inserito nel solco tracciato dal marxista Brecht e chi, all’opposto, ha scelto il puro entertainement del musical di Broadway - la mia idea è mettere l’Opera sotto processo, guardarla sotto una lente d’ingrandimento. Il fulcro è il processo a Mackie Messer, che diventa il filtro attraverso il quale leggere la storia e al tempo stesso comprenderla. È un tentativo di smontare il racconto e rimontarlo secondo una circostanza precisa, in grado di creare il necessario distacco analitico. [...] Un conto alla rovescia, il racconto poco prima della sentenza, delle tre giornate o poco più in cui si sviluppa la narrazione, come a presentare il caso durante il processo, con prove, testimoni, capi d’accusa presso il tribunale del carcere di Old Bailey dove si conclude la vicenda…».

Nel cast, nomi eccellenti del teatro come Peppe Servillo, Rosy de Palma e Marco Foschi, quest’ultimo già visto in un’altra opera allestita l’anno scorso al Piccolo Teatro Studio Melato, sempre a cura di Michieletto: “Divine parole”. In occasione però della messa in scena dell’opera che rese celebre Brecht, il Piccolo Teatro di Milano gli rende omaggio con un ciclo di incontri di approfondimento, realizzati in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand.

Al Piccolo Teatro Strehler di Milano dal 19 aprile all’11 giugno.

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